12 aprile 2009

Sudafrica al voto: una democrazia matura ?

C'è grande attesa per le elezioni politiche in Sudafrica del prossimo 22 aprile anche se l'African National Congress guidato dal candidato presidente Jacob Zuma si presenta con la certezza di vincere ancora, come è avvenuto in tutte le occasioni dal 1999 ad oggi. I colpi di scena degli ultimi mesi rendono il panorama politico molto fluido e non è scontato che l'ANC riesca a raggiungere i risultati della passate edizioni (sempre oltre il 60%). Lo scorso autunno Thabo Mbeki (14 anni al potere di cui 5 come vice di Mandela) è stato costretto dal suo partito alle dimissioni anticipate. Il motivo: le pressioni politiche esercitate da Mbeki sulla procura generale per far incriminare Zuma, sospettato di diversi crimini tra cui in particolare corruzione e tangenti nell'ambito di una costosissima (quasi 5 miliardi di U$D) fornitura di armi soprattutto dalla francese Thales. Zuma infatti ha già ricoperto incarichi istituzionali durante la presidenza Mbeki.
L'ANC ha sempre raccolto diverse ideologie e correnti: social-democratici, nazionalisti, socialisti e leader tradizionali africani vi hanno trovato una casa politica comune che ha consentito al Sudafrica di uscire dall'apartheid e di diventare paese guida del continente. Negli ultimi anni però l'armonia e il generale consenso verso Mbeki sono diminuiti e da qui è nata la contrapposizione tra due leader profondamente diversi.

Freddo e poco popolare, Mbeki sembra essere più amato dalle classi medio alte, nel mondo finanziario e all'estero (in questi anni il Sudafrica ha giocato un ruolo diplomatico primario), mentre sconta diversi fallimenti interni in campo economico e nella lotta all'AIDS.
Zuma, fiero rappresentante Zulu (non esita a danzare in costume tradizionale), rasenta addirittura il populismo, anche se è occorre dire che è stato un eroe dell'anti-apartheid (scontando 10 anni di prigione con Mandela) e ha enorme consenso tra le masse e dai sindacati. Ha almeno 4 mogli e un numero imprecisato di figli.

Il colpo di scena è avvenuto il 16 dicembre 2008: coloro che nel partito hanno giudicato ingiusto l’allontanamento di Mbeki, hanno dato vita a una nuova formazione politica denominata Congress of the People (COPE) che minaccia di erodere una parte consistente di voti all’ANC.
Questo terremoto politico è nello stesso tempo un segnale positivo e preoccupante.
Da una parte testimonia che il panorama politico può cambiare, e in modo essenzialmente democratico, così come possono cambiare i leader politici, il che non è per nulla scontato in Africa.
D’altra parte il risultato di questa transizione può essere potenzialmente pericoloso per il paese: se non ci saranno ulteriori colpi di scena infatti il Sudafrica avrà un presidente su cui pendono sospetti gravissimi e la cui storia giudiziaria non è conclusa. È di pochi giorni fa infatti (6 aprile) la decisione della procura generale della Repubblica di ritirare le accuse a carico di Zuma, proprio a causa dei sospetti di combine tra una parte dell'ANC e la procura stessa.
Un colpo di spugna su 16 capi di imputazione, tra cui criminalità organizzata, riciclaggio, corruzione e frode. Non si tratta di un proscioglimento, ma la strada per Zuma sembra spianata.

Fonti: Nigrizia, Reuters, Matteo Fagotto

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