24 febbraio 2009

L'Isola Rossa si tinge di rosso


120 morti in Madagascar, a causa della dura contrapposizione tra Rajoelina sindaco di Antananarivo e il presidente Ravalomanana.
Due personaggi carismatici e intraprendenti: entrambi molto ricchi e con forti interessi nel campo industriale e dei media, entrambi giovani e spregiudicati (34 anni il primo, 58 il secondo), entrambi proclamano di agire nell'interesse del paese.
Ravalomanana sembra vittima della sua stessa strategia grazie alla quale nel 2002 riuscì a destituire il discutibile predecessore attraverso le proteste di piazza e manovrando abilmente i media. Da alcuni mesi il giovanissimo sindaco della capitale sta scuotendo l'opinione pubblica del paese chiedendo le dimissioni del presidente.
L'accelerazione degli eventi e' impressionante: a dicembre una intervista all'ex presidente Ratsiraka sulla televisione di proprietà del giovane sindaco scatena le ire di Ravalomanana che decide la chiusura del canale.
Il malcontento cresce e il 26 gennaio le proteste sfociano in saccheggi (il presidente è padrone di una importante catena di supermercati) e repressioni violente: oltre 70 i morti. La protesta non si ferma e nella capitale negozi, scuole, trasporti pubblici sono fermi.
L'ultimo atto, mentre gli scontri di piazza provocano ulteriori vittime, è accaduto con la destituzione del sindaco ribelle dai suoi poteri, l'arreso di 6 leader dell'opposizione e la rapida sostituzione del ministro della difesa che si era dimesso per protesta.
Dal canto suo Rajoelina ha autonominato 4 nuovi ministri e ha annunciato che chiederà al parlamento di destituire il suo rivale.
Al di la' del casus belli, ad essere sotto accusa è la politica del presidente Ravalomanana, accolto come liberatore e rieletto con un secondo mandato nel dicembre 2006.
Il presidente è accusato di non aver cambiato sostanzialmente le condizioni di vita dei Malgasci, di aver sottratto soldi pubblici, utilizzati addirittura per l'acquisto di un boeing personale, e di aver stretto accordi imbarazzanti con le multinazionali straniere in nome del mercato e del neoliberismo.
Di recente la Daewoo si è aggiudicata l'affitto per 99 anni di una quantità enorme di terra (circa 1/3 della superficie coltivabile) da dedicare alla coltivazione intensiva di mais e olio di palma.
L'ONU e l'Unione Africana hanno inviato rappresentanti che hanno incontrato (separatamente) i due contendenti. L'obiettivo è quello di non far precipitare la situazione, fatto che precipiterebbe il paese nel caos spalancando le porte a una crisi economica e sociale ancor più grave.

Fonti: Nigrizia, BBC

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