15 marzo 2009

Il nuovo corso della Somalia


Qualcosa si muove e finalmente sembra muoversi verso la giusta direzione. Sono molte le novità che negli ultimi mesi hanno interessato la Somalia che da 18 anni sembra non trovare pace. La Somalia era tornata tragicamente d’attualità agli inizi del 2006, per l’affermazione militare delle Corti Islamiche che in pochissimo tempo avevano conquistato gran parte del Paese compresa la capitale Mogadiscio.
Seguendo le ultime vicende del Paese verrebbe da dire che è arrivato lo scossone che si stava aspettando.
Nel novembre del 2008, dopo tre tornate di incontri, è stato siglato un accordo a Gibuti, , tra governo e opposizione islamica moderata, portando il Presidente Abdullahi Yusuf Ahmed a rassegnare le dimissioni il 29 dicembre. Yusuf era entrato in contrasto con il premier Nur Hassan Hussein, colpevole di avere fortemente voluto l’accordo che ha portato all’inclusione in Parlamento del movimento islamico moderato, l’Alleanza per la Ri-liberazione della Somalia (ARS), ed il ritiro delle truppe etiopi dal territorio somalo. Ritiro che per la verità non è ancora stato completato visto che l’Etiopia mantiene ancora la presenza militare nella regione di Haari, nonostante il ritiro delle truppe fosse previsto per gennaio. Il coinvolgimento politico dei gruppi islamici è un buon punto di svolta ma non dimentichiamo che gli eredi delle Corti islamiche non sono solo quelli dell’ARS ma anche i più radicali del gruppo Al-Shabab, che al momento rappresentano la parte di opposizione al governo meno controllabile.

Il 31 gennaio scorso il leader di una fazione moderata dell'Unione delle Corti Islamiche, Sharif Sheikh Ahmed, è stato eletto capo del governo federale di transizione (TFG). Sharif, leader dell'ARS, ha sconfitto il primo ministro Nur Hassan Hussein, appoggiato della comunità internazionale, ed il generale Maslah Mohamed Siad, figlio dell'ultimo presidente della Somalia Siad Barre.
Il Presidente Sheikh Sharif Ahmed, ha nominato il nuovo Primo Ministro, Omar Abdirashid Ali Sharmarke che ha ricevuto una larga approvazione del Parlamento somalo. Sharmarke, ex diplomatico, è un rappresentante del clan Darod proprio in rispetto della carta federale di transizione somala secondo cui il Presidente, il Primo Ministro ed il Presidente del Parlamento devono appartenere a tre clan dominanti diversi. Nel frattempo il nuovo governo somalo ha approvato l'instaurazione della sharia, la legge coranica, in seguito alle pressioni ricevute da parte di una delegazione di mediatori di Arabia Saudita, Qatar, Kuwait e Sudan.
Gli Stati Uniti, tra uno scetticismo diffuso, stanno promuovendo presso l’ONU una risoluzione per il dispiegamento di una forza di pace in Somalia, che sostituisca l'attuale missione dell'Unione Africana Amisom. Tale risoluzione prevede anche un sollecito ai paesi africani ad aumentare l’attuale contingente presente nel paese, per portare agli 8000 uomini previsti i soli 2600 presenti al momento sul territorio.

Fonti: Nigrizia, Irin, APCOM
Foto: Alessandro Vincenzi - Somalia Bersaglio Innocente - MSF

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